Cosa c’entra il riscaldamento globale con l’antibiotico-resistenza?
Nel 2021, la microbiologa Adwoa Padiki Nartey ha rischiato di morire a causa di una banale tonsillite contratta in Ghana durante la stagione delle piogge, si legge in un articolo recentemente apparso su Nature. L’antibiotico tradizionalmente usato contro il batterio annidato nella gola non ha più funzionato: il microrganismo era diventato resistente.
La storia della scienziata, che fortunatamente si è salvata ricorrendo alla combinazione di due antibiotici, dimostra in maniera molto chiara come due grandi minacce alla salute umana, il cambiamento climatico e la resistenza agli antibiotici, possano intersecarsi.
L’antibiotico resistenza (AMR) è quel fenomeno che si verifica quando i farmaci utilizzati per contrastare i batteri, ovvero gli antibiotici, smettono di essere efficaci. Alcuni batteri sono resistenti per natura a specifici antibiotici, altri lo diventano grazie a mutazioni del DNA.
L’ AIFA ha stimato, a causa dell’ antibiotico resistenza, morti per oltre 35mila persone in Europa, di cui circa un terzo solo in Italia.
Stiamo parlando di una delle 10 principali minacce sanitarie a livello mondiale.
Le temperature elevate e le condizioni metereologiche estreme dovute al riscaldamento globale, come l’aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni in Ghana, favoriscono la crescita e la diffusione dei batteri. L’aumento dei batteri provoca un aumento delle infezioni. L’aumento delle infezioni comporta un uso maggiore di antibiotici che favorisce la resistenza. Resistenza che può comparire, va sottolineato, quando gli antibiotici vengono usati male o troppo. Insomma, si viene a creare una sorta di circolo vizioso: più infezioni, più antibiotici, più resistenza.
Ma non è tutto. Si pensa che il caldo acceleri l’evoluzione dei batteri, favorendo lo sviluppo di microbi resistenti agli antibiotici.
Sono diverse le ricerche che evidenziano una connessione tra l'aumento delle temperature e la capacità dei batteri di sviluppare resistenza.
Gli studi ci dicono ad esempio che batteri come l’Escherichia Coli, esposti a condizioni di stress termico come i picchi di calore, possono sviluppare specifiche proteine che li aiutano a sopravvivere agli attacchi degli antibiotici.
A novembre 2022 è stato pubblicato uno studio su The Lancet che ha dimostrato l’associazione tra l’antibiotico resistenza e l’aumento della temperatura in Cina. Un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati relativi ai batteri provenienti da 28 province e regioni del Paese, confrontandoli con le temperature medie dell'aria nelle rispettive città. Dallo studio è emerso che per ogni aumento di 1°C della temperatura media si è registrato un incremento del 14% dei campioni contenenti Klebsiella pneumoniae e del 6% dei campioni con Pseudomonas aeruginosa, entrambi resistenti ai carbapenemi (classe di antibiotici avente lo spettro d'azione più ampio disponibile, solitamente riservati al trattamento di batteri resistenti a tutti gli altri antibiotici).
La crescente interconnessione tra riscaldamento globale e resistenza agli antibiotici è un tema molto delicato che richiede attenzione e azioni coordinate a livello internazionale. Affrontare questi problemi insieme è fondamentale per proteggere la salute umana e l'ambiente.