Nutraceutici e attività fisica contro l’atrofia muscolare nei pazienti oncologici

Focus

La cachessia tumorale è una malattia debilitante, le cui cause sono da ricondurre a una molteplicità di fattori (multifattoriale). La caratteristica principale è una inesorabile perdita di massa muscolare nei pazienti affetti da tumore che porta a minor risposta ai farmaci e morte prematura.

A tutt’oggi non esiste una cura contro la cachessia tumorale: si stima, infatti, che porti a morte nel mondo tra 9 e 14,5 milioni di persone ogni anno.

Oltre ai tumori, la perdita di massa muscolare può comparire in altre condizioni croniche, come lo scompenso cardiaco, il diabete e la malattia polmonare cronica ostruttiva.

Anche l’invecchiamento comporta spesso una diminuzione di tessuto muscolare, definita in questo caso sarcopenia. La sarcopenia predispone gli anziani alle cadute accidentali e può complicare la situazione clinica a volte già piuttosto complessa, ad esempio, a causa dell’utilizzo di molti farmaci.

Quali sono i tumori che causano cachessia tumorale?

Uno dei tumori che causa la cachessia più rapidamente è il tumore al pancreas, mentre quello che la causa meno frequentemente è il tumore alla mammella.

Si stima che la cachessia tumorale si verifichi tra il 50 e l’80% dei pazienti (a seconda dei diversi tipi di tumore) e che porti alla morte in circa il 20% dei casi, a seguito di una grossa perdita di massa muscolare. L’atrofia avanzata dei muscoli respiratori contribuisce al cedimento del sistema cardio-respiratorio.

Gran parte della ricerca di oggi si propone di scoprire nuovi modi per distruggere il tumore e le metastasi, trascurando però il fatto che il paziente è così debilitato dalla cachessia da non riuscire a sopportare le terapie troppo aggressive (anche se potenzialmente efficaci).

Che cosa contribuisce all’atrofia muscolare nei pazienti oncologici?

A causa della cachessia, l’infiammazione sistemica aumenta, incrementando i livelli di citochine pro-infiammatorie, come interleuchina 6 (IL6) o il fattore di necrosi tumorale α (TNFα). Tali citochine, oltre a contribuire alla perdita di massa muscolare e talvolta adiposa, superano la barriera ematoencefalica e contribuiscono (a livello centrale) a ridurre l’appetito, aggiungendo alla cachessia anche l’anoressia.

Anche una prolungata permanenza a letto contribuisce ad un ulteriore perdita di massa muscolare, aggravando il quadro clinico per atrofia da non-uso.

La nuova frontiera è una cura “olistica” che si propone di rallentare la crescita tumorale e la sua dispersione nel corpo. Questa cura si propone anche di mantenere un buono stato generale di salute, sia fisica che psichica, per evitare la depressione. Infatti, la depressione contribuisce a peggiorare il quadro clinico di pazienti che vanno incontro inevitabilmente a dimagrimento.

Rimedi per aiutare i pazienti oncologici: i nutraceutici e l'attività fisica

Per modificare in maniera favorevole i segnali molecolari che conducono ad una accelerata degradazione proteica e/o ad una ridotta sintesi proteica è possibile ricorrere all’utilizzo di nutraceutici e all’attività fisica.

Entrambe queste opzioni riescono a controllare sia l’infiammazione sistemica che lo stress ossidativo, che aumentano durante la cachessia.
nutraceutici in oncologia

I nutraceutici

Il neologismo “nutraceutico” è stato coniato nel 1989 unendo le parole “nutrizione” e “farmaceutica” dal Dr. Stefano De Felice per riferirsi a sostanze che sono “un alimento (o parte di un alimento) che fornisce benefici per la salute, inclusa la prevenzione e/o la cura di una malattia”.

I nutraceutici includono "alimenti funzionali", integrali o "fortificati, arricchiti e potenziati", capaci di fornire la quantità richiesta di nutrienti essenziali (ad esempio, vitamine, grassi e minerali) per conferire benefici per la salute. Inoltre, funzionano da "integratori alimentari" ovvero, come indicato dalla FDA, come “prodotti presi per bocca (come pillole, capsule, compresse o liquidi) che contengono un ingrediente dietetico”. Gli ingredienti dietetici includono vitamine, minerali, erbe o prodotti botanici, nonché altre sostanze con cui è possibile integrare la dieta.

I nutraceutici, in particolare gli integratori alimentari, non possono sostituire la medicina convenzionale poiché, secondo l’FDA, "non hanno lo scopo di trattare, diagnosticare, curare o alleviare gli effetti delle malattie". Tuttavia, alcuni di loro forniscono una promettente fonte di composti utili nel ridurre il rischio e/o la progressione di alcune malattie, come l'aterosclerosi e il cancro.

Negli ultimi anni, diverse classi di nutraceutici derivati ​​da alimenti e piante hanno mostrato di saper limitare la cachessia e, quindi, di migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici.

Esempi di nutraceutici già consigliati per varie patologie sono gli Omega-3 (che si trovano prevalentemente nel pesce), i polifenoli (in frutta e verdura), gli alcaloidi (nelle piante) e i triterpenoidi (nelle piante).

L'attività fisica

La seconda arma per combattere l’atrofia muscolare durante la cachessia è l'attività fisica. Fare sport, infatti, promuove il benessere generale, migliorando la forza e il metabolismo muscolare. Gli adattamenti metabolici all'esercizio sono specifici e dipendono dalla natura dell'esercizio. Ad esempio, contrazioni muscolari a bassa frequenza ma ad alta intensità provocano nel tempo ipertrofia del tessuto muscolare, mentre contrazioni ad alta frequenza ma a bassa intensità causano un cambiamento di fibre muscolari verso quelle più resistenti alla fatica.

L'attività fisica può essere classificata come “anaerobica” (ad esempio, il sollevamento pesi) o “aerobica" o di resistenza (ad esempio, la corsa). L'esercizio anaerobico consiste in brevi sforzi muscolari molto intensi e, se eseguito di routine, porta principalmente ad un aumento della massa muscolare con prevalente metabolismo glicolitico.

Invece, l’attività aerobica è meno intensa ma più prolungata, con prevalente metabolismo ossidativo.

L'American Cancer Society raccomanda ai pazienti oncologici di fare attività fisica con regolarità (almeno 150 minuti a settimana), compresi esercizi di potenziamento muscolare due volte alla settimana. Cancer Research UK supporta queste raccomandazioni e suggerisce che tutti gli adulti dovrebbero svolgere 150 minuti di attività di intensità moderata o 75 minuti di attività intensa a settimana, oltre che fare due volte a settimana allenamento con i pesi o yoga. Tutto questo servirebbe a prevenire il cancro e altre patologie. È infatti noto come l’attività fisica permetta di ridurre l'incidenza di malattie cardiovascolari, cancro, malattie neurodegenerative e prevenire la sarcopenia (atrofia muscolare correlata all'età).

L'esercizio fisico regolare sembra essere un valido approccio non farmacologico a un'ampia varietà di malattie croniche associate a infiammazione sistemica bassa ma cronica, attraverso il miglioramento del profilo infiammatorio. Un'attività fisica regolare può ridurre le citochine pro-infiammatorie e aumentare i livelli plasmatici di diversi antinfiammatori. Basandosi su questo, l'esercizio fisico potrebbe potenzialmente essere una promettente strategia di intervento per la prevenzione e/o il trattamento della cachessia tumorale per la sua simultanea capacità di aumentare la forza muscolare, di abbassare l'affaticamento generale e di ridurre l'infiammazione sistemica.
Inoltre, l’esercizio fisico è un potente antidepressivo.

Esistono diversi studi, nell’uomo e in modelli animali, che dimostrano come l’esercizio fisico sia in grado di limitare lo sviluppo della cachessia. E’ necessario, però, approfondire ulteriormente tale approccio, analizzando anche l’eventuale combinazione con i nutraceutici.

Nonostante i vari lavori pubblicati e le raccomandazioni dell'American Cancer Society e Cancer Research UK, non si sa ancora quale sia la migliore modalità di attività fisica per i pazienti oncologici. Considerato che le fibre muscolari glicolitiche (stimolate con esercizio anaerobico) sono più suscettibili delle fibre ossidative all'atrofia indotta dal tumore, può sembrare logico raccomandare ai pazienti esercizio aerobico per stimolare vie metaboliche ossidative e, quindi, sviluppare in particolare queste fibre. Ma l'esercizio fisico aerobico può essere faticoso e non alla portata di pazienti più fragili, anche a causa di terapie aggressive e debilitanti.

I pazienti oncologici, quindi, dovrebbero fare attività fisica moderata, combinando sia esercizio aerobico che anaerobico, per potenziare la capacità muscolare e eliminare i ROS (reactive oxygen species). Questo tipo di allenamento, però, ha effetti benefici solo quando l'attività è costante e progressiva, cosa difficile per i pazienti oncologici, che spesso soffrono di stanchezza cronica, anemia e disturbi cardiovascolari. Pertanto, è importante sviluppare metodi per potenziare gli effetti di esercizi di intensità anche bassa o moderata. Un esempio potrebbe essere la stimolazione muscolare mediante elettrodi su tutto il corpo (elettrostimolazione) oppure l’integrazione dell’esercizio con i nutraceutici, generando un effetto combinato e utile soprattutto per chi non riesce a praticare attività fisica.
attività fisica in oncologia

Quali sono i migliori nutraceutici per combattere l’atrofia muscolare nei pazienti oncologici?

Non è ancora chiaro quali siano i migliori nutraceutici per combattere l’atrofia muscolare nei pazienti oncologici: gli studi sono abbastanza limitati e spesso con risultati poco soddisfacenti oppure il nutraceutico protegge dall’atrofia muscolare in maniera indiretta, ovvero in seguito ad un effetto anti-tumorale.

Una categoria di nutraceutici che ha avuto abbastanza successo è quella dei PUFA (polyunsaturated fatty acids), anche se i risultati di vari studi sono contrastanti: alcuni riportano effetti limitati o nulli contro l’atrofia; altri, come nel tumore pancreatico, mostrano un aumento della sopravvivenza.

Uno studio clinico in corso (NCT03720158) prevede invece la somministrazione dei PUFA in combinazione alla radioterapia in pazienti con tumore nel distretto testa-collo.

Ci sono poi diversi studi clinici che invece combinano l’utilizzo dei nutraceutici all’attività fisica:

  • uno è attualmente in corso e coinvolge pazienti con tumore polmonare o pancreatico (EudraCT 2013-002282-19);
  • un altro mostra effetti positivi, facendo aumentare la massa muscolare in pazienti con tumore polmonare (NCT04161794).

Questi studi hanno dosi/attività fisica comparabile, il trattamento con chemioterapia tradizionale è presente.

Un altro nutraceutico utilizzato è la curcumina. Anche in questo caso i risultati sono piuttosto contrastanti: uno studio retrospettivo condotto in pazienti con cancro pancreatico avanzato mostra peggioramenti dello stato di cachessia se si esegue un confronto con il gruppo di controllo. Uno studio clinico simile, che coinvolge pazienti con tumori della testa e del collo, è in corso.

Infine, dallo studio NEXTAC è emerso che la combinazione di coenzima Q10, L-carnitina ed esercizio fisico in pazienti con tumore pancreatico e polmonare ha effetti benefici e ben tollerati anche se  non vengono descritti gli stessi risultati in pazienti affetti anche da cachessia.

Rosanna Piccirillo - Dipartimento di Neuroscienze - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Andrea David Re Cecconi - Dipartimento di Neuroscienze -Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Raffaella Gatta - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, IRCCS - Content manager